La chiamavano contessa miseria
Tristemente avvolta da vistose piume di struzzo e volgari ferraglie
Sul muro della sua casa la scritta
Nei suoi occhi il terrore costante del tempo che passa
Ed avrebbe dato qualunque cosa per un elisir
Dolcemente assorta tra i gloriosi ricordi impregnati di ciprie e di rien ne va plus
La mente ibernata a vent'anni
Vittima dell'inganno di questo secolo
Che rincorre il mito di forme avvenenti